domenica 26 febbraio 2012

Cosa mettiamo in tavola? Le ricette proibite di gatto, cicogna, porcospino



In tavola troviamo carne di volpe alla brace, arrosto di cicogna o stracotto d'asino. O magari un porcospino al sugo, o il ragù di corvo od il gatto in umido. Per chiudere, magari cigno con le arance?

Questi i piatti di “Ricette proibite. Rane, asini, rondinotti, gatti e tartarughe nella tradizione alimentare”, scritto da Tebaldo Lorini ed edito da Sarnus.

L'autore colpisce al cuore con una semplice domanda “Chi ha detto che certi animali si possono mangiare ed altri no?”. Ovvio, la legge e quello che vi sta dietro, cioè le convinzioni degli uomini.

Gli italiani di una volta, più a contatto con la natura e più ruspanti (detto più chiaramente: più poveri) non avevano problemi a discriminare tra un gatto ed un maiale: entrambi commestibili, entrambi da mangiare. Il fatto che l'italiano moderno consideri certe ricette tabu è influenza della legge o, il cambiare dei punti di vista o, detto con cinismo, l'ipocrisia. In fondo, mangiare carne di gatto o carne di maiale non è troppo diverso: alla base vi è una creatura vivente, che muore soffrendo per fornire del cibo

Tanto per essere chiaro: chi scrive è un carnivoro che proprio a mezzogiorno si è pappato ravioli con ripieno di carne. Non voglio fare il maestrino di nessuno. Chiusa parentesi morale.

Perciò, il libro agisce da strumento di riflessione, facendo osservare come anche gli usi e costumi della tavola non siano scritti nella pietra, ma questione di tempi, luoghi, idee.
Ma, prima di tutto, il libro è un manuale di cucina: 50 ricette proibite, descritte passo passo e comprensive dei disegni di Marta Matti. Che il gusto del proibito sia davvero irresistibile?

Tebaldo Lorini, "Ricette proibite. Rane, asini, rondinotti, gatti e tartarughe nella tradizione alimentare", Sarnus 2012, 88 pp. Ill., 10 Euro

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