giovedì 1 marzo 2012

Rosso, giallo, blu: il colore fa gusto e salute


Da sempre l'uomo ha visto i colori non solo come decorazioni, ma come come modo per influenzare la realtà.

I guerrieri si tingono il volto, sperando che il colore aumenti la forza e li difenda dai colpi dei nemici.
Sacerdoti, sciamani e preti scelgono la tinta giusta per entrare in comunione con le forse esoteriche e spirituali.
Le stesse donne moderne, quando si truccano per uscire, cercando di “incantare” il loro uomo ideale.
Ma l'effetto dei colori non è magia, è scienza.

Per capirlo, è utile leggere”ColorPower”, scritto dall'architetto Mariella D'Amico.
Particolarmente interessante è la sezione sui colori. In sintesi, produttori e professionisti dell'alimentare usano il colore per indirizzare i gusti del pubblico.

Ad esempio, il verde chiaro è sinonimo di freschezza, quindi va bene per le bevande leggere.

Il rosso incita a mangiare in fretta, e viene così impiegato nei fast food. Ad esso è legata anche un'idea di freschezza, questo il motivo delle luci colorate di macellerie e strutture alimentari.

Arancione chiaro, lavanda e giallo ispirano vitalità e sensazioni positive: sono perciò impiegati (specie in dolci e merendine) mentre il verde marcio, con la sua idee di decadenza e tristezza, è praticamente assente. 

I colori possono essere medici: ad ognuno di loro è legato un disturbo. Allora, chi soffre di carenza di appetito deve darsi ai cibi giallo-arancio, mentre i mangiatori compulsivi si appoggino a quelli blu-viola.

In generale, i cibi più sani sono frutta e verdura (niente d'innovativo, eh?) di colore bianca, gialla, ossa, verde e blu-viola: tanti antiossidanti e fitochimici benefici.



Mariella D'Amico,"ColorPower. Come puoi migliorare salute, relazioni e lavoro con il giusto utilizzo dei colori", Editore L'Età dell'Acquario 2012, 202 p., ill., brossura, 17 Euro