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Questi i piatti di
“Ricette proibite. Rane, asini, rondinotti, gatti e tartarughe
nella tradizione alimentare”, scritto da Tebaldo Lorini
ed edito da Sarnus.
L'autore colpisce al
cuore con una semplice domanda “Chi ha detto che certi animali
si possono mangiare ed altri no?”. Ovvio, la legge e quello che
vi sta dietro, cioè le convinzioni degli uomini.
Gli italiani di una
volta, più a contatto con la natura e più ruspanti (detto più
chiaramente: più poveri) non avevano problemi a discriminare tra un
gatto ed un maiale: entrambi commestibili, entrambi da mangiare. Il
fatto che l'italiano moderno consideri certe ricette tabu è
influenza della legge o, il cambiare dei punti di vista o, detto con
cinismo, l'ipocrisia. In fondo, mangiare carne di gatto o carne di
maiale non è troppo diverso: alla base vi è una creatura
vivente, che muore soffrendo per fornire del cibo
Tanto per essere
chiaro: chi scrive è un carnivoro che proprio a mezzogiorno si è
pappato ravioli con ripieno di carne. Non voglio fare il maestrino di
nessuno. Chiusa parentesi morale.
Perciò, il libro agisce
da strumento di riflessione, facendo osservare come anche gli
usi e costumi della tavola non siano scritti nella pietra, ma
questione di tempi, luoghi, idee.
Ma, prima di tutto, il
libro è un manuale di cucina: 50 ricette proibite, descritte
passo passo e comprensive dei disegni di Marta Matti. Che il gusto
del proibito sia davvero irresistibile?
Tebaldo Lorini, "Ricette
proibite. Rane, asini, rondinotti, gatti e tartarughe nella
tradizione alimentare", Sarnus 2012, 88 pp. Ill., 10 Euro
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