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Petrosino è anche il
personaggio principale di “Petrosino ed i baffi a manubrio”.
Di per sé, la trama
spinge forte sul pedale dell'avventura. Petrosino ed i suoi colleghi
dell'Italian Squad devono affrontare la Mano Nera, implicata nel
traffico illegale d'oro. A fare da cattivi sono i baffi a manubrio, i
moustache pietes, prototipi dei mafiosi moderni. Tali pittoreschi
delinquenti vengono affrontati con scontri all'arma da fuoco. La
vicenda finale, la corsa per evitare l'attentato al teatro, è degna
del miglior film o telefilm americano fracassone.
Messo così il libro
sembra solo un'avventura fracassona, un'americanata tutta azione e
violenza. Ma non è così, e Signoroni offre diverse chiavi di
lettura.
La prima è politica, e
descrive l'evoluzione della Mano Nera.
Da banda di manigoldi da
strada, che usano la forza per piegare i poveri italoamericani,
diventa organizzazione di delinquenti industriali, capaci di
infiltrarsi tra la società americana “bene”. I suoi membri sono
a casa sia negli squallidi vicoli della Little Italy che nei salotti
della borghesia americana. La natura folkloristica
dell'organizzazione viene presto dimenticata, in nome di una maturità
ed una mentalità industriale. Al mutamento sulla natura delle bande
italo americane si lega la critica politica alla società, le cui
disuguaglianze favoriscono l'illegalità.
E poi, la figura di
Joe Petrosino, con la domanda: è un poliziotto italiano o no?
La mia risposta è
più no che si.
Certo Petrosino ama la
buona cucina, ha una sorta di religiosità (o scaramanzia di fondo),
non è privo di una sorta di sensibilità di fondo. Fin qui, niente
da dire, siamo nella scia dei vari Montalbano/carabinieri di Don
Matteo/ protagonista delle fiction di Mediaset e Rai.
Tuttavia, Petrosino è
altro: un individuo spietato e crudele, che agisce come i delinquenti
che arresta, che non si fa scrupolo di torture un sospettato per
ottenere informazioni. Il suo è un mondo senza compromessi, dove
“Chi ha pietà del lupo condanna l'agnello”, il che lo rende
distante anni luce dal poliziotto italiano, bonario.
Secondo Signoroni,
“Petrosino ed i baffi a manubrio”, Mondadori 1978
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