Da sempre l'uomo ha visto
i colori non solo come decorazioni, ma come come modo per
influenzare la realtà.
I guerrieri si tingono il
volto, sperando che il colore aumenti la forza e li difenda dai colpi
dei nemici.
Sacerdoti, sciamani e
preti scelgono la tinta giusta per entrare in comunione con le forse
esoteriche e spirituali.
Le stesse donne moderne,
quando si truccano per uscire, cercando di “incantare” il loro
uomo ideale.
Ma l'effetto dei colori
non è magia, è scienza.
Per capirlo, è utile
leggere”ColorPower”, scritto dall'architetto Mariella
D'Amico.
Particolarmente
interessante è la sezione sui colori. In sintesi, produttori e
professionisti dell'alimentare usano il colore per indirizzare i
gusti del pubblico.
Ad esempio, il verde
chiaro è sinonimo di freschezza, quindi va bene per le bevande
leggere.
Il rosso incita a
mangiare in fretta, e viene così impiegato nei fast food. Ad esso è
legata anche un'idea di freschezza, questo il motivo delle luci
colorate di macellerie e strutture alimentari.
Arancione chiaro, lavanda
e giallo ispirano vitalità e sensazioni positive: sono perciò
impiegati (specie in dolci e merendine) mentre il verde marcio,
con la sua idee di decadenza e tristezza, è praticamente assente.
I colori possono essere
medici: ad ognuno di loro è legato un disturbo. Allora, chi soffre
di carenza di appetito deve darsi ai cibi giallo-arancio,
mentre i mangiatori compulsivi si appoggino a quelli blu-viola.
In generale, i cibi più
sani sono frutta e verdura (niente d'innovativo, eh?) di
colore bianca, gialla, ossa, verde e blu-viola: tanti
antiossidanti e fitochimici benefici.
Mariella
D'Amico,"ColorPower. Come puoi migliorare salute, relazioni e
lavoro con il giusto utilizzo dei colori", Editore L'Età
dell'Acquario 2012, 202 p., ill., brossura, 17 Euro